Comitato Per Lomello
http://www.comitatoperlomello.it/Il Comitato per Lomello opera sul territorio da aprile 2011.
E’ stato fondato con il supporto della nostra comunità, che tuttora lo sostiene quotidianamente.
E’ nato con urgenza, quando la minaccia di un ennesimo impianto è diventata in due giorni una realtà ai confini del nostro abitato.
E’ cresciuto in fretta, e ha dovuto imparare a muoversi tra difficoltà di ogni genere, non avendo alle spalle nessuna esperienza.
E tutta la comunità è cresciuta insieme a lui dando vita a una realtà innovativa per la Lomellina, un’associazione insolita per numero di simpatizzanti e problemi che cerchiamo di risolvere: quelli di un luogo che sta ancora cercando la sua strada.
E’ una realtà “di paese” che non ha mai avuto paura di confrontarsi con verità inaspettate e difficili, che non ha mai abbassato la testa, che si relaziona quotidianamente con giornali e istituzioni. Ci aspetta ancora molta strada, un benvenuto e un grazie speciale a chi vorrà aiutarci. Buona lettura a chi vuole approfondire la nostra conoscenza
Storia del Comitato
Il Comitato per Lomello è nato il 1 aprile 2011 (purtroppo non per un pesce d’aprile), giorno in cui la C.R.E. ha iniziato a porre i primi paletti per la costruzione del suo impianto (28 ettari di terreno sottratti alle coltivazioni) di stoccaggio, lavorazione e smaltimento fanghi nel piccolo comune di Lomello. Il suo nome è un acronimo di Centro Ricerche Ecologiche, nome perfetto per una società che si occupa di quanto detto e inoltre ha tra i suoi permessi lo stoccaggio del 10% della sua capacità destinato a rifiuti pericolosi.
Il paese è stato avvertito con gran rumore di fanfare qualche giorno prima, come succede di frequente in questi casi. Se ne era mormorato più o meno apertamente negli anni precedenti, ma senza particolari allarmi. A fine marzo 2011 un’mponente manifestazione chiamata dal Comune stesso e guidata da almeno 10 sindaci della Lomellina con relative fasce tricolori ha percorso la strada principale del paese raccogliendosi in piazza al suono beffardo della canzone del Piave (e il Piave mormorò: non passa lo straniero…) che nella accezione comune voleva essere una dichiarazione di intenti contro gli invasori che venivano a minacciare il nostro minuscolo territorio.
All’inizio eravamo dei completi sprovveduti: l’esperienza si acquisisce solo sul campo. Quasi subito ci siamo resi conto delle infinite contraddizioni, delle ambiguità, della poca chiarezza su quanto era avvenuto a danno del paese.
Per il momento, con ogni attività ovviamente subordinata al giudizio ancora sospeso del TAR, la C.R.E. è un ridente stabilimento di cui godiamo la vista quotidianamente aspirandone i delicati effluvi ogni volta che ci sono spandimenti in corso e passaggi di camion carichi di fanghi. Il tutto a poche centinaia di metri dal centro di un paese ricco di monumenti e di storia come ben pochi altri in Italia. Il tutto tra dichiarazioni spavalde di un imprenditore non certo timido e le incertezze di autorità che non hanno mai preso posizioni efficaci contro di lui.
Però qualcosa di nuovo è arrivato nell’aria, qualcosa è cambiato: in questi anni il piccolo comitato di paese si è fatto le ossa, ha acquistato importanza, stima e rispetto (crediamo anche da parte dei suoi avversari). Invece di morire subito, o rintanarsi in difesa sotto le frecce dei nemici, ha lavorato con serietà e coerenza per crescere, inserirsi a pieno diritto nelle operazioni di tutela del territorio di tutta la Lomellina.
Facciamo parte di una rete di associazioni che copre l’intero territorio, e riunioni e scambio di informazioni fanno ormai parte del nostro bagaglio d’esperienza. Partecipiamo a molte battaglie contro chi considera la Lomellina solo una terra di conquista da riempire di cave, discariche, autostrade inutili. L’esperienza degli altri ci ha fatto crescere in fretta, ci ha insegnato ad interpretare segnali che prima venivano fraintesi e ignorati.
Oggi sappiamo come funzionano permessi e istituzioni, come fare attenzione a piccoli segnali di pericolo e contrastare i nostri “nemici” in anticipo e con intelligenza, abbiamo un occhio sempre attento agli altri impianti del nostro piccolo comune, Officina dell’Ambiente (deposito polveri e rifiuti) e Riso Ticino (lavorazione riso con relativo inceneritore).
Sono tanti tre impianti del genere per un comune con un territorio di 22 kmq. Non possiamo fare a meno di notarlo. E tenere sempre alto il livello di attenzione.
Cosa facciamo
l nostro statuto: l’associazione persegue lo scopo di:
Tumori: la provincia di Pavia ha il record lombardo
Ecco, come preannunciato, i dati relativi ai casi di cancro nella provincia di Pavia.
La nostra provincia detiene un poco invidiabile primato negativo: il numero di morti, per tumore, prima dei 65 anni è il più alto di tutta la Lombardia. E anche i malati sono numerosi: un ricovero ospedaliero su dieci, nel Pavese, è per cancro.
I dati sono stati comunicati nel corso di un convegno dell’Asl e sono pubblicati sul “registro dei tumori nel sud della Lombardia”.
Nel 2009 i malati di tumore residenti in provincia di Pavia sono stati 26.959, il 4,5% della popolazione totale che conta circa 552 mila abitanti. E i decessi per tumore sono stati 2401.
Il trend, secondo i dati più recenti, è in diminuzione, soprattutto per l’efficacia di nuove cure.
Il comune di Corteolona, l’area tra Pavia e Certosa e una fetta di territorio tra la Lomellina Ovest e l’Oltrepò sono le zone di maggiore incidenza di tumori.
Chi volesse approfondire l’argomento può trovare dati interessanti nella “Relazione sulla realtà oncologia in provincia di Pavia” redatta da Dipartimento oncologico della Provincia. È nel sito di Asl: www.asl.pavia.it