giovedì 18 giugno 2015


MA NON CI DICEVANO CHE SULLA TERRA DEI FUOCHI ESAGERAVAMO?

Calvi Risorta, in provincia di Caserta, nella cava ex Pozzi Ginori si sta scavando da giorni. Dalla superficie fino a nove metri e più di profondità, emergono rifiuti di ogni genere e color e ci sono materiali che si infiammano quando, scoperti, entrano a contatto con l’ossigeno dell’aria.
A scavare sono gli uomini del Corpo forestale su mandato della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ipotizza il reato di disastro ambientale. Per il comandante regionale del Corpo Forestale Sergio Costa, siamo davanti alla più grande discarica di rifiuti tossici d’Europa: 2 milioni di metri cubi su 25 ettari di terreno contaminato.

A dare informazioni alla Procura, un anno fa, era stato un giornalista locale,Salvatore Minieri, che ha seguito altre inchieste sulle ecomafie in Campania, il cui lavoro ha consentito l’avvio delle indagini.
Là sotto c’è davvero di tutto, compresi fusti di vernice con i nomi delle ditte produttrici, contenitori con etichette che indicano la presenza di politilene/riblene. Alcuni vengono dalla Francia. Altri devono ancora essere classificati.
Eppure ci si dice sempre di essere prudenti. Eppure vengono sempre diffusi dati rassicuranti a fronte di un'emergenza ormai fuori controllo. L’invito alla cautela era arrivato direttamente dal ministro alla salute Beatrice Lorenzin secondo la quale la connessione diretta tra inquinamento da rifiuti tossici e incidenza del cancro nella popolazione dell’area non poteva essere dimostrato, invocando il rigetto di ogni “facile allarmismo”.
Mi chiedo quando arriverà il tempo dell’allarme, se non è bastato lo studio dell’ISS di cui ho parlato qui che rivela un eccesso di mortalità rispetto al resto della regione del 4-6 percento in provincia di Caserta e un tasso di ricoveri per tumori nel primo anno di età superiore del 68 percento, a far partire delle ricerche puntuali su queste connessioni.
Ci dicevano che stavamo esagerando e soprattutto, con un’affermazione che considero un insulto, che le malattie dipendono dalla cattiva alimentazione (ne ho parlato qui).
#Noncopriteildisastro urlano adesso i cittadini del comitato dell’Agro Caleno che sabato hanno previsto una manifestazione per contrastare il progetto che vorrebbe una centrale a biomasse proprio qui, in quest’area che adesso vomita fuori lo schifo accumulato in oltre trent’anni di malaffare.
Ora le procure hanno uno strumento, la legge sui reati ambientali. Ildisastro ambientale è punito con il carcere da 5 a 15 anni. L’inquinamento ambientale prevede pene da 2 a 6 anni con multe da 10 mila a 100 mila euro. Sono previste aggravanti in caso di lesioni o morte di una o più persone, da 2 anni e 6 mesi fino a 7 anni, per lesioni che comportino più di 20 giorni di malattia; pene detentive da 3 a 8 anni per lesioni gravi e da 4 a 9 anni per lesioni gravissime. In caso di morte si rischia il carcere da 5 a 10 anni.
La politica non fermi la propria indignazione, la politica non tema di "esagerare".